La costruzione del castello e i secoli del patriarcato.

Posto in posizione strategica al confine occidentale del Friuli, il castello di Caneva viene edificato verso l’anno 1000 d.C., con la nascita del borgo: i primi documenti in merito attestano che nel 1034 venne concesso dall’imperatore Corrado II al Patriarca di Aquileia, Popone. Da allora fino 1419, quindi, Caneva e tutto il suo territorio entrano nell’orbita del Patriarcato condividendone anche le numerose vicissitudini.

A causa della sua particolare posizione “cardine” della difesa dei confini occidentali della “Piccola Patria”, Caneva viene sottoposta alla costante pressione dei trevigiani e dei loro alleati. Saccheggi, uccisioni e devastazioni diventano quotidiani per la popolazione (i più gravi nel 1177, 1220 e 1335). La Caneva patriarcale è, comunque, uno dei pochi “liberi comuni” che al parlamento friulano inviano un rappresentante eletto direttamente dal Consiglio della Comunità, a differenza di molte altre realtà, che vengono rappresentate da un nobile o da un prelato.

Altra prerogativa di Caneva, che bene illustra il ruolo storico del Castello, è quella relativa alla custodia delle tre più importanti “fiere libere” della zona: quella di Santa Croce o del Rovere (14 settembre), riservata agli animali di grossa taglia; quella di San Martino (11 novembre), nella quale si commerciano i prodotti della terra; e quella, ben più famosa, di San Lorenzo (10 agosto), ora nota come la “Fiera dei Osèi” di Sacile, che ospita piccoli volatili ed animali da cortile.

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